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Piccolo aggiornamento "pulito" da Covid

Piccolo aggiornamento “pulito da Covid 19″

scritto da: D.ssa Monica Bossi
Medico chirurgo, specialista in Medicina Interna, Medicina Olistica e Omeopatia, Nutraceutica e Nutrizione Biologica. Docente universitaria in PNEI e Medicina Integrata e Preventiva.

In questo periodo, tante sono state le linee guida suggerite per metter in pratica un comportamento corretto al fine di arginare l’epidemia causata dal Covid 19. Spesso, però, queste informazioni, a volte ambigue, hanno creato confusione tra le persone.


Questi i punti da tenere a mente:

  1. Dichiarare nell’autocertificazione di non essere risultati positivi al test significa non aver fatto fino a quel momento un test che risultasse positivo.
  2. Al fine di arginare la diffusione del virus, è totalmente inutile non obbligare le persone a indossare la mascherina nel caso in cui vogliano entrare in un posto piccolo e al chiuso. Prendiamo come esempio il taxi. Non è sufficiente che a indossare la mascherina sia solo il titolare perché, così, sarà solo lui a essere protetto ma non lo sarà il cliente. La prima persona che entrerà senza protezione, infatti, potrebbe contagiarsi e diffondere a sua volta il virus nel caso in cui, prima, fosse salito qualcun altro senza dispositivo di protezione e, ahimè, infetto e asintomatico.
  3. Il test del coronavirus attualmente più usato è il tampone faringeo. Tramite un prelievo con bastoncino cotonato, strofinato sulla mucosa della faringe, rileva la presenza o meno del virus (attraverso il riscontro del suo RNA)*. Ogni soggetto che risulta positivo può essere asintomatico ma contagioso (ovvero “portatore sano”). Il passaggio da infezione a malattia ha tempi di incubazione che vengono definiti in una media di 5,7 giorni (2-14) e non è un passaggio obbligato. L’evoluzione, dallo stato di semplice infezione a quello di malattia, dipende dalla carica virale del virus e, soprattutto, dallo stato del sistema immunitario del soggetto infettato (a sua volta dipendente ad esempio da età, stato di nutrizione, sia in senso di mal nutrizione che di obesità, stato di salute dell’apparato bronchiale/polmonare e cardiaco, malattie del metabolismo etc). Una volta risultato positivo, di norma, ci vogliono due esami ripetuti successivamente per decretare la non infettività ulteriore del soggetto (negativizzazione).
    Solo in poche strutture cliniche sono disponibili i test sierologici che valutano la presenza di anticorpi antivirus, che rappresentano invece il risultato di una già avvenuta attivazione immunitaria (senza che per forza ci sia stata la malattia) di risposta all’infezione.
  4. Il tasso di letalità corrisponde al numero di decessi con Covid-19 (e senza distinzione se con o per) sui casi confermati (ovvero infetti). Questo numero dipende quindi dal denominatore. Ad esempio:
    4:4 uguale 1
    4:1 uguale 4
    Più il numero di infetti, ovvero il denominatore (soggetti tracciati perché hanno fatto il tampone, indipendentemente che siano solo infetti o anche sintomatici) è basso, più il numero di morti, ovvero il numeratore (per o con Coronavirus) sarà alto!


Semplice insomma…


*il test attualmente utilizzato è un test molecolare di Real PCR (Polymerase Chain reaction): una tecnica di biologia molecolare che permette di identificare le catene nucleotidica (il genoma, in questo caso l’RNA virale) nel campione prelevato, se presente anche in piccola misura, permettendone la moltiplicazione (amplificazione) in laboratorio, quindi l’analisi e lo studio.

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