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La vera medicina integrata

scritto da: D.ssa Monica Bossi
Medico chirurgo, specialista in Medicina Interna, Medicina Olistica e Omeopatia, Nutraceutica e Nutrizione Biologica. Docente universitaria in PNEI e Medicina Integrata e Preventiva.

Prima di entrare nel vivo del discorso, desidererei aprire una piccola parentesi per dire… grazie! Sì, grazie a tutti coloro che, anche di domenica, studiano. Detto questo, concentriamoci esclusivamente sul nostro focus.

Ma davvero diagnosticare e riequilibrare situazioni di disbiosi intestinale, infiammazione cronica silente a basso grado e neuro infiammazione, attivazione dello stato di stress a finalistico con secondari squilibri ormonali (cortisolo, tiroide, prolattina e ormoni sessuali) cambia la salute? Favorisce, ossia, il mantenimento e il ripristino, migliorando la qualità della vita? La risposta è !

Accanto a situazioni patologiche conclamante e scompensate – affrontabili solo in situazioni di emergenza ospedaliere o chirurgiche – l’approccio della nuova medicina integrata (che si avvale anche delle indagini appena descritte) fa la differenza. Nel modulare la risposta farmacologica del paziente in situazioni croniche (infiammatorie bronchiali o sistemiche, reumatologiche, metaboliche, degenerative e di dolore) e nell’evitare che situazioni pre- patologiche (della sfera ormonale, metabolica, cardiovascolare e neurologica oltre che immunitaria) diventino patologiche.

La differenza la dà, appunto, l’approccio d’insieme e di interpretazione dell’equilibrio salute, fatto di connessioni e di comunicazioni di sistemi fino a poco tempo fa considerati lontani l’uno dall’altro (il sistema emotivo, quello del microbiota intestinale, quello cognitivo, quello metabolico e ossido riduttivo e quello ormonale e immunitario).

Facciamo un esempio…

Uomo di 45 anni, lieve sovrappeso addominale, astenia associata a insonnia, difficile gestione dello stress con scatti d’ira o attacchi di panico, difficoltà della sfera sessuale. Riscontro laboratoristico di base: incremento degli indici di infiammazione epatica

Approccio approssimativo e superficiale: definizione di uomo stressato, lo si lascia a sé stesso (evolve in patologia).

Approccio integrato: valutazione dello stato metabolico (dosaggio insulina, glicemia e HB glicata, ecografia epatica, valutazione parametri cardiovascolari e anamnestici). E ancora, qualità del sonno notturno, rapporti sociali e funzionalità sessuali, abitudini voluttuarie e gestione dello stress. Solo secondariamente, valutazioni ormonali approfondite sullo stato di stress arrivato.

Riscontro: ipertensione arteriosa border-line – o comunque non ancora costante – con incremento di glicemia (pre diabete) e assetto lipidico con ipercolesterolemia, disvitaminosi associati a rischio cardiovascolare aumentato (eventi cerebrali o cardiaci), alterazione dello stato dell’umore e cognitivo per situazione di base epatica e generale di infiammazione cronica a basso grado.

Approccio terapeutico: non esistono farmaci! Alimentazione nutraceutica, fitoterapici di drenaggio e riattivazione enzimatica ed emuntoriale del fegato, fito o gemmoterapici o rimedi omeopatici o floriterapici di innalzamento della soglia di resistenza allo stress, con conseguente modulazione dei sintomi o disturbi associati (su tono dell’umore, ritmo sonno veglia, capacità cognitive, sistema cardiovascolare). Con ripristino dell’equilibrio metabolico e cardiovascolare, ed evitamento della patologia.

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L’analisi biotipologica improntata sulla raccolta anamnestica, l’individuale modalità di vivere quotidianamente (attività fisica, abitudini alimentari, modalità di stressarsi) e le fattezze fisiche specifiche, è un possibile strumento di medicina preventiva da farsi anche on-line. Corredata dalla prescrizione personalizzata di esami (metabolico, ormonali, immunitari, nutrizionali o genetici) che, rivalutati dallo specialista in un secondo tempo, permettono l’impostazione di un corretto stile di vita o l’integrazione terapeutica finalizzata alla prevenzione o al riequilibrio della salute.

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